Si discute molto di laicità, diritti civili e temi ‘eticamente sensibili’. Lo si fa sui giornali, con saggi, nelle istituzioni, nei partiti. Lo fanno le religioni. Lo fa la Chiesa cattolica. E ovviamente la politica. Dico, Cus, testamento biologico, fecondazione assistita, interruzione volontaria della gravidanza, rispetto dell’orientamento sessuale e lotta all’omofobia, il grande capitolo della convivenza: da mesi sono alcuni temi del confronto politico e pubblico. Per molte ragioni è una discussione inevitabile. Quegli argomenti, infatti, alludono a domande di “senso” fondamentali per la democrazia e per l’autonomia della politica. Per classi dirigenti che sentano l’onere di contribuire a una nuova etica pubblica. Questa discussione ovviamente accompagna, e per certi versi scandisce, la nascita del Partito Democratico. Ne interroga scelte e cultura politica. Pensiamo sia una riflessione strategica per l’avvenire del progetto. E però scorgiamo una sovrapposizione di concetti che ci preoccupa. Il punto è che si scambia di frequente la richiesta di legittimi diritti civili per tematiche etiche. L’effetto è che l’estensione arbitraria, o comunque non sufficientemente argomentata, della sfera eticamente sensibile rende più confusa la discussione e la ricerca di un approdo condiviso anche dentro il centrosinistra. A questa difficoltà se ne somma una seconda legata al processo costituente del Partito Democratico. La riassumiamo così. Quale dev’essere, o può ragionevolmente diventare, l’equilibrio tra il pluralismo delle posizioni interne al nuovo partito e la scelta dei principi costitutivi che definiscono oggi la cultura politica delle Democratiche e dei Democratici? Su questo piano manifestiamo la nostra inquietudine. Guardiamo ad esempio con qualche timore a posizioni, certamente minoritarie nel Pd e nella società italiana, che restituiscono all’omosessualità una patente di malattia da curare, concetto abbandonato da tutte le democrazie occidentali anche in seguito alla chiara affermazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Più in generale viviamo come un limite la difficoltà del nuovo partito di elaborare sul terreno della cittadinanza, dei diritti e delle responsabilità del singolo, una chiave indispensabile della propria identità. Il che non equivale all’imposizione di un unico punto di vista su questioni complesse, ma esige appunto un chiarimento sul significato di termini decisivi per il vocabolario e l’azione del Pd, e dunque per la sua idea di progresso e modernità. Ne indichiamo alcuni. I diritti umani e civili. Il valore della persona, la sua libertà e responsabilità. L’autonomia femminile. L’indipendenza e il principio di precauzione della scienza, l’autonomia dei pazienti nella scelta delle terapie come indicato dalla Costituzione. La cittadinanza piena e il contrasto a ogni forma di discriminazione, sia essa di origine etnica, di genere, di appartenenza religiosa o culturale, di orientamento sessuale. Crediamo che questi temi siano determinanti per la crescita civile ed economica dell’Italia e sentiamo il dovere di alimentare questa discussione nel processo costituente del nuovo partito. Intendiamo farlo nel rispetto delle regole che il nuovo statuto definirà. Decideremo insieme se si tratterà di un forum, di un associazione o di altro. Ma è comunque sulla base di un’esigenza di confronto, approfondimento e chiarezza che abbiamo deciso di promuovere un primo seminario su questi temi e sul percorso da avviare nelle prossime settimane.
Sono oltre 800 le adesioni pervenute finora. Visita il sito www.laicitaecivismo.it. Per aderire scrivere a: info@laicitaecivismo.it.
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1 commento:
Una iniziativa degna di nota e attenzione.
ADERITE NUMEROSI!!!
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